giovedì 30 settembre 2010

due o tre cose che so di loro 2.


Breve aggiornamento della serie “due o tre cose che so di loro”, giusto perché ieri, tempo di vendemmia, ho scoperto che esistono l'uva conica e l'uva sferica. Non nel senso della forma degli acini, no no, a livello di impressioni gustative, una metafora euclidea, chiaro?
Beh, niente, ero insieme a un produttore molto vispo (di solito si dice “vulcanico”), assaggiavamo degli acini di barbera, io gli ho detto che mi sembravano dolci e poco tannici e lui invece mi ha tramortito dicendo che a lui quell'uva lì sembrava conica. “Conica” nel senso che gli ricordava un cono, perché alla fine si stringeva e pizzicava. Almeno credo. Ha aggiunto che di solito l'uva di quel vigneto è sferica, non conica, e la cosa l'aveva colpito. Basta, mi piaceva l'immagine e volevo dirlo.
Intanto stanno per uscire le Guide, ne riparleremo molto presto, mi diverte vedere cosa dicono le Guide, le tre-quattro principali, che idea, che immagine c'è in giro dei Colli Piacentini. Di solito esce un'immagine sfocata, incasinata, o non esce alcuna immagine, ma ho l'impressione che quest'anno la fotografia d'insieme sarà più netta e più vicina alla realtà. A presto dunque.

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venerdì 17 settembre 2010

due o tre cose che so di loro.


Finalmente (l'8 settembre, quasi 9, poco prima di mezzanotte) è andata in stampa Slow Wine 2011, la Guida Vini di Slow Food. Non sto a elencare quanti vini sono stati assaggiati, quante aziende visitate, ecc ecc, i numeri son noiosi, e nemmeno si possono ancora commentare i risultati (lo farò) o la Guida stessa, visto che nessuno l'ha ancora vista nella sua forma definitiva, cioè stampata (per questo bisognerà aspettare inizio-metà del mese prossimo). Però, a proposito di aziende visitate e soprattutto di vigneti visitati...
Girando per vigne s'impara un sacco sui territori, certo, ma anche sui produttori, vignaioli e non. Impari un sacco di cose sul loro rapporto col vigneto, ma soprattutto con la loro automobile.
C'è quello che quando gli chiedi se ti porta in vigna gli brillano gli occhi, si alza di scatto e sparisce in garage per riemergerne con una piccola jeep americana dell'ultima guerra (una Willis), ti si avvicina rombando, contento come una Pasqua (anche tu sotto sotto sei felice come una bambino, perchè su quelle macchine lì non ci sei mai salito) e ti dice: salta su! Poi ti porta in mezzo ai filari senza scendere dalla jeep, sfiorando (e colpendo) pali e viti, coi germogli che ti frustano la faccia, attraversa torrenti e stradine improbabili, coi rovi che ti entrano nelle braccia, ma per imparare bisogna soffrire un po'.
C'è quello che con aria scazzatissima ti porta con la jeep (ultimo modello) fino ai pali di testata, ma che si guarda bene dall'entrare tra i filari, poi dice: ecco qua. E riparte subito.
C'è quello che ti ha appena detto che non si sposta mai dal suo paesino verso il capoluogo (40.000 anime) perché là ci son troppi sensi unici che lo mettono in imbarazzo, poi però lo vedi salire con nonchalance col Pandino 4x4 su per una vigna erta erta, lì veramente a suo agio. Lui, perché tu, che sei con lui, non sei mica tanto a tuo agio e ti aggrappi dappertutto, perché sembra che il Pandino si ribalti all'indietro mentre sale pianissimo, poi finalmente arriva in cima e, per fortuna, si ferma.
C'è quello elegantissimo e compunto che dice: è piovuto da poco, meglio non entrare in vigna. E da lontano ti fa vedere tutto, che ci vorrebbe il binocolo, solo che non ce l'hai.
E quello che, anche se è piovuto da poco, con aria spiritata ti dice: entriamo. Poi schizza su per la riva e tu all'inizio lo perdi, anche perchè il fango ti si attacca sotto le suole che diventano pesantissime e arranchi e madonni e all'improvviso rivedi il tizio scendere come uno stambecco e senti che ti urla: dai che saliamo fin su in cima.
Poi è istruttivo girar per vigne anche perché capisci quanto i produttori conoscano o non conoscano le proprie vigne. C'è quello che ti dice che quella vigna è stata piantata il 1° giugno del 1976 e quello che ti dice che quei filari hanno 13 o 14 anni, ma forse potrebbero averne anche 16 o 18, che adesso non se lo ricorda tanto bene. C'è quello che segna tutte le piante con dei nastri di colore diverso a seconda delle malattie avute e dei trattamenti fatti, che ormai ha finito i colori disponibili e non sa più bene come fare. E c'è quello che appena prima di farti entrare in una vigna da cimare, dice affranto: scusa il disordine. Come fosse casa sua. Che poi, per molti, son proprio così le vigne, una casa, uno specchio di sé stessi.

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martedì 14 settembre 2010

eccomi eccomi, arrivo.


In attesa di news, commenti, eventi...(l'estate è stata lunga...è ancora lunga), un link a un bel post

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